Vengo da un piccolo paesino dalla Romania, dove da sempre sono stato cresciuto dai nonni. I miei genitori hanno divorziato prima che io imparassi a dire “mamma”, “papà”. Non ho mai parlato con il mio padre, non è mai venuto a trovarmi. Abitavamo a soli due chilometri di distanza, due chilometri in quindici anni si possono fare. Una volta ci siamo incontrati, è passato accanto a me, volevo gridare “guardami, sono tuo figlio”, non l’ho fatto.

Mia mamma ha sempre lavorato tanto, in un paesino non c’è tanto lavoro, si deve andare in città, tornare solo nel fine settimana e ripartire subito. Avevo solo sette anni quando per la prima volta ho fatto l’autostop per raggiungere mia mamma in città. Sapevo solo il nome del ristorante dove lavorava. Strada facendo sulla stessa macchina è salito un signore che vendendomi così piccolo mi ha aiutato a trovare il ristorante. Da quel giorno mi fido delle persone. Quando avevo dieci anni, la mia mamma è partita per l’Italia. Quel giorno lo ricordo, inverno, lei seduta sui sedili di dietro di una macchina, guardava dal finestrino e io che correvo dietro la macchina. Per cinque anni non ci siamo più visti, solo sentiti al telefono.

I miei nonni si sono sempre fidati di me. Per cinque anni non mi hanno mai chiesto “come va a scuola ?”, sapevano che dovevo capire che tutto dipendeva da me. Mi hanno insegnato a saper stare da solo.

Dopo cinque anni ho raggiungo e rivisto mia madre, cinque anni per fare due mila chilometri. Si cambia molto in tutto questo tempo. Stavo davanti a lei e lei chiedeva dove stavo, non mi ha riconosciuto. In quel momento non sapevo come chiamarla, mamma ? Se per cinque anni non dici una parola si fa fatica a dirla di nuovo. Ci sono voluti altri sette anni per imparare a dire un’altra volta “mamma”. Adesso abitiamo nella stessa città, ma come quando ero piccolo, ci vediamo solo nel fine settimana, lei lavora sempre.

Ho sempre desiderato andare da mio padre, conoscere gli altri nonni. Ho sempre desiderato avere delle foto insieme ai nonni che mi hanno cresciuto, avere una registrazione della loro voce mentre per la prima volta mi dicono come sono stato come figlio, come nipote.

Nel 2013 ho deciso che volevo vivere di fotografia. A venti anni sono andato ad abitare da solo, avevo bisogno di “tornare bambino”. Per due anni ho fotografato tantissime famiglie nei loro momenti più onesti, vulnerabili, intensi e emozionanti. E’ veramente un onore straordinario raccontare la storia delle persone. Creare un archivio prezioso con il quale le persone potranno emozionarsi non solo oggi ma anche tra 10, 20, 30 anni. Ogni persona che ho incontrato e fotografato mi ha insegnato tantissimo. Grazie !

Why I’m on Couchsurfing

Da sempre amo gli artisti di strada, ho sempre desiderato diventarlo. Un giorno perdendomi per le strade di Roma ho incontrato un artista di strada che cantava. C’era un’atmosfera magia. Non sono mai stato a vedere un concerto prima di quel giorno, il mio primo concerto. Tantissime le persone intorno a lui, tantissime le persone che applaudivano, tantissime le persone che lasciavano soldi, tanti pezzi da cinque euro. In quel momento ho pensato “questo per me è importante”. Non sto parlando dei pezzi da cinque euro, non i applausi, non le tantissime persone, ma la fiducia e la generosità delle persone nel fermarsi e ascoltare la sua musica.

Mettendo insieme tutto quello che ho imparato dai miei nonni, quello che ho imparato da solo, quello che mi hanno insegnato tutte le famiglie fotografate, ho deciso di fermarmi e capire chi sono veramente. Capire come un fotografo può avere lo stesso approccio del semplice artista di strada. Nasce così un sogno. Sono un sognatore, sono fermamente convinto che i desideri possono trasformarsi in realtà e che, se ci si crede davvero, tutto è possibile.

Girando la nazione, raccogliendo la saggezza dell’umanità, costruire un legame di fiducia reciproca. Ho scoperto che questo progetto mi permette di andare in luoghi dove altrimenti non sarei mai stato, fare incontri molto profondi, e parlare con persone con cui altrimenti non avrei mai parlato. Avere il privilegio di conoscere le persone più sorprendenti, fiere, coraggiose e semplici che si possono incontrare. Una storia dopo l’altra, dando la possibilità alle persone di essere ascoltate in questo mondo, un semplice atto di generosità e amore. Raccontando la storia di persone comuni che vivono la loro vita con decenza, gentilezza, coraggio, e dignità.

La storia di tutti è importante. Voglio dare l’opportunità alle persone di tutte le fasce sociali di documentare, condividere e conservare le storie della nostra vita. Creando un archivio prezioso per le generazioni future.

Non si tratta di lavoro, di uno stipendio sicuro. Non lo sto vedendo come dei rischi, lo sto vedendo come fiducia. Sono consapevole di quanto quest’esperienza mi farà crescere dentro. Credo che le persone siano ossessionate della domanda sbagliata, che è “Come faccio a far pagare le persone per le fotografie?”. E se cominciassimo a chiedere: “Come consentiamo alle persone di pagare per le fotografie ?”

Sono sicuro che le persone sono essenzialmente buone. Ogni vita, ogni minima vita, importa ugualmente e infinitamente. Non chiederò nessun compenso economico per la realizzazione del servizio fotografico, ma semplicemente chiederò aiuto. E semplicemente chiedendo alla gente, si crea un legame, e quando si crea un legame, le persone vogliono aiutare. Per dormire userò Couchsurfing, invece per spostarmi Bla bla car e l’autostop, creando connessioni dirette, semplici storie.

Countries I’ve Visited

France, Italy, Romania, Spain, Tunisia, United Kingdom

Countries I’ve Lived In

Italy, Romania